Qui all’Accademia Iris non si finisce mai di imparare. Forse qualcuno avrebbe potuto pensare che ci saremmo fermati con lo Zaghareet 2015, o che magari ci saremmo concentrati solo sull’edizione 2016 – a proposito, segnatevi già l’impegno per il 22 e 23 ottobre! – , e invece no!

La nostra Maestra è spesso ospite di altre manifestazioni di danza orientale all’estero e in Italia, e quale occasione migliore per conoscere altri bravi maestri e condividere le proprie esperienze? È così che alla nostra Accademia è approdata Vanesa Moreno, insegnante di danza orientale di Gijòn, incontrata dalla nostra Amira in Spagna qualche mese fa. Dalla collaborazione di entrambe è nato un breve – ma intensissimo! – Zaghareet Spring Edition.

Secondo l’organizzazione maniacale della nostra maestra (chi ci ha lavorato gomito a gomito può capire di cosa sto parlando!), dovevamo essere tutte in Accademia per le 10.30 per la registrazione. Ognuna di noi ha ricevuto un coloratissimo attestato da far firmare alle maestre alla fine dei workshop e poi ci siamo avviate negli spogliatoi. Vanesa era già lì, silenziosa ma pronta a dispensare sorrisi a chiunque le rivolgesse la parola.

Alle 11, puntualissime, siamo entrate in sala e ci siamo preparate al primo workshop con un bel riscaldamento. Abbiamo allacciato i sagat (ovvero i cimbali) alle dita e Vanesa ci ha lentamente portate indietro nel tempo, in un mondo diverso da quello che conosciamo e che studiamo oggi: i passi sono diventati lenti, i movimenti sinuosi e morbidi, così da rendere possibile suonare i cimbali a tempo con la musica e per sottolineare i movimenti che ci ha mostrato. Ma la lezione è stata tutto fuorché noiosa o monotona: l’ironia e la simpatia di Vanesa hanno dato colore e tono ad ogni espressione, lasciando trasparire anche la sensualità di questa danza così tipica.

Conclusosi il primo workshop, è arrivato il momento dei coloratissimi fan veil. La danza coi fan veil è, brevemente, una danza che fonde i movimenti tipici della danza orientale con quelli della danza cinese dei ventagli e, benché possa sembrare facile, richiede molta fatica e concentrazione. Come per ogni danza che prevede l’uso di uno strumento, per prima cosa Amira ci ha mostrato come impugnare e manovrare i ventagli, per poi spiegarci come realizzare alcune figure tipiche della danza orientale e valorizzandoli coi veli dei ventagli. E per un’ora e mezza l’Accademia si è trasformata in un turbinio di stoffe e colori svolazzanti a ritmo di musica, di fatica, risate ed energia.

Dopo una pausa pranzo passata a mangiare insieme una pizza in Accademia, l’edizione si è chiusa con l’ultimo workshop di Vanesa, quello sullo shaabi. Lo shaabi è una danza popolare nata in Egitto alla fine degli anni ’70 e, come tale, fonde i movimenti della danza orientale tradizionale allo stile e l’abbigliamento più moderno e occidentale. E allora con Vanesa siamo tornate ai nostri giorni, su un ritmo molto più ritmato e contemporaneo, per imparare le movenze di questa street dance che nasce ballata da uomini e donne in mezzo alla strada, per festeggiare ma anche per manifestare la propria opinione politica.

E così si è conclusa quest’altra esperienza formativa che ci ha permesso di avere un assaggio – gustosissimo! – di altri stili e strumenti che, da tutto il mondo, confluiscono nella danza orientale e la rendono affascinante, ricca e sempre più universale.

E noi intanto non ci fermiamo mai, quindi per i prossimi impegni stay tuned!

Roberta Capasso

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