Etichette alimentari a semaforo: cosa sono  e come funzionano.

Negli ultimi anni è aumentata in noi consumatori la consapevolezza di quanto l’alimentazione incida sulla nostra salute. L’elemento che ci permette di distinguere prodotti alimentari più salubri è proprio l’etichetta. Grazie al Reg. UE 1169 del 2011 infatti, ogni prodotto alimentare è identificato attraverso un’etichetta sulla quale vengono riportate diverse informazioni tra cui lista degli ingredienti (in ordine decrescente da quello presente in quantità maggiore a quello presente in quantità minore) e una tabella contenente i valori nutrizionali. Tutte informazioni che tradotte in un bel po’ di cifre numeriche possono generare  confusione in chi le legge. Ad esempio ci si chiede quanto zucchero apporta questo prodotto rispetto a quanto dovrei assumerne giornaliermente in una dieta corretta? Proprio per cercare di dare una risposta a questa domanda, Inghilterra e Francia hanno prima ideato e poi messo in uso l’etichetta a semaforo. In entrambi casi, l’intento è quello di aiutare il consumatore nella scelta dei prodotti alimentari. Il principio alla base però varia nei due casi.

Le etichette ideate in Francia, anche definite Nutri-Score, sono rappresentate da un logo contenente le prime cinque lettere dell’alfabeto (dalla A alla E). Ad ogni lettera è assegnato un colore: si parte dal verde scuro della A passando per il colore verde chiaro e il giallo rispettivamente della B e della C, per arrivare al colore arancione e rosso delle lettere D ed E. Ovviamente, la lettera A sarà assegnata ad un prodotto con un  elevato tenore di nutrienti considerati positivi per la salute (quali fibre, proteine, vitamine e  minerali) ed un basso contenuto di nutrienti da limitare (quali ad esempio zuccheri, sale e grassi saturi), mentre per la lettera E il discorso è esattamente opposto.

Per quanto riguarda invece le etichette a semaforo utilizzate in Inghilterra, il principio cambia quasi del tutto. Infatti in questo caso il semaforo è costituito da tre colori: rosso, giallo e verde, e si riferisce solo all’apporto dei nutrienti da limitare (ovvero energia, grassi, grassi saturi, zucchero e sale) rapportate al fabbisogno giornaliero di un adulto, tenendo in considerazione le raccomandazione nutrizionali utilizzate a livello europeo . Ad ogni nutriente citato viene assegnato  un colore in base alla sua percentuale. Il colore rosso viene utilizzato nel caso in cui per quel nutriente si superi il 25% rispetto alla soglia giornaliera di assunzione per una persona adulta.

Bisogna dire che entrambi i principi appena descritti presentano dei limiti. Infatti mentre nel caso delle etichette inglesi ci si limita a considerare i nutrienti “da assumere con moderazione” senza far riferimento al tenore di nutrienti positivi dell’alimento in questione; nel caso delle etichette Nutri-score francesi, identificando un prodotto con una lettera ed un colore, si rischia che il consumatore preferisca alimenti di categoria A mettendo da parte altri alimenti che non rientrano in questa categoria ma che in ogni caso non sono da meno perché contenenti ingredienti e nutrienti di qualità (è il caso di alcuni prodotti tipici italiani).

Tirando le somme è importante ricordare il concetto che gli alimenti non vanno considerati in assoluto, bensì come tanti tasselli di un’alimentazione equilibrata.

E dovrebbe essere proprio questo il ruolo dell’etichetta: aiutare il consumatore a scegliere prodotti che gli permettano di costruire autonomamente un’alimentazione equilibrata.

                                                                                                                                                          Roberta Capezzuto

Fonte: Il Fatto alimentare

 

 

 

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