“ Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni. Jesse Owens ”
Nel “ Diario di un’allieva” di questo mese ,che è anche il mese della Zaghareet Spring Edition On The Road – Napoli & Milano, vi parlerò della Stramilano, corsa stracittadina tra le più famose d’Italia.
Quest’anno per la seconda volta, orgogliosa di essere una tartarunner, ho partecipato alla 10 KM non competititva.
Giunta alla sua 46esima edizione questa manifestazione incarna , a mio modestissimo avviso, il volto autentico dello sport. Una giornata di sport, competizione, solidarietà , spettacolo e socializzazione. Chiunque può partecipare facendo rivivere lo spirito di P. de Coubertin secondo cui “ Lo sport deve essere patrimonio di tutti gli uomini e di tutte le classi sociali” .
Come tradizione, il programma prevede tre gare: la Stramilano 10 Km non competitiva , aperta quindi a tutti; la Stramilanina 5 Km per le famiglie con bambini e la Half Marathon (competitiva) che rappresenta la mezza maratona cittadina fra le più veloci al mondo ed a cui prendono parte atleti di ogni nazionalità.
La 10 Km è la prima delle tre corse a prendere il via da Piazza Duomo alle ore 9,00.
I partecipanti che hanno voluto assicurarsi un posto sotto la linea di partenza sono già in attesa da almeno un’ora. Personalmente alle 8,20 sono riuscita ad assicurarmi un posto tra le prime file approfittando di un varco che qualcuno ha aperto nelle transenne . Quest’anno sono sola, gli amici con cui solitamente corro non ci sono, né c’è mio nipote Andrea che si è infortunato alla vigilia della corsa. Mia figlia mi ha accompagnata alla partenza e mi aspetta all’arrivo nell’Arena tra circa un’ora.
Durante l’attesa dei due colpi di cannone che daranno il via alla corsa, l’ansia e l’adrenalina dei circa 70.000 partecipanti in magli azzurra, sono tenute a bada dalla parte di spettacolo che precede le corse. Sul palco personaggi del mondo dello sport, politica e cultura si alternano per incitare ed incoraggiare i runners, intanto, la fanfara dei bersaglieri intona allegri motivi.
Ho fatto amicizia con una coppia di ragazzi milanesi , ci siamo scambiati qualche battuta, molte risate ed abbiamo fatto delle foto. Quando ho detto che venivo da Napoli si sono dimostrati ancora più simpatici. Proprio avanti a noi c’è un gruppo di ragazzi che indossano una pettorina speciale con la scritta”Nessuno è illegale” sono i giovani richiedenti asilo ospiti della Caserma Montello e di altri centri di accoglienza.
Improvvisamente mi viene in mente la teoria del Prof. Bellavista ( L. De Crescenzo) secondo cui “ Gli uomini si dividono in uomini d’amore e uomini di libertà, a secondo se preferiscono vivere abbracciati gli uni con gli altri, oppure preferiscono vivere da soli e non essere scocciati.” Questo è un giorno in cui i milanesi, per antonomasia, “uomini di libertà” diventano “uomini d’amore”.
Si parte, ecco i colpi di cannone, il fiume azzurro si muove, saluto i miei nuovi amici, infilo di auricolari e vado. All’inizio correre è abbastanza difficile, siamo tantissimi e c’è troppa calca, bisogna aspettare il secondo chilometro. Questo muoversi abbastanza lentamente mi permette di guardare la gente che ci saluta e ci incita. Che allegra questa città oggi, ora c’è anche il sole. Gli alberi fioriti, i palloncini colorati, pochissime auto, la musica dagli auricolari mi tiene compagnia e segna il ritmo. Veramente una splendida giornata di primavera.
Intanto continuo a correre, non vedo l’ora di arrivare al punto di ristoro che dovrebbe essere al 5° chilometro. La mia scarsa preparazione inizia a farsi sentire prepotentemente, ho sete. Sono pentita di aver esagerato, ieri sera, con le ottime pizze fritte al compleanno di mia nipote a Piacenza . Sono al 6° chilometro e non vedo segni del ristoro. Resisto non posso cedere. Finalmente al 7° chilometro arrivo al ristoro e riesco a prendere un bicchiere d’acqua. Mi sento rinata. Dall’auricolare parte “shik shak shok” e chi si ferma più ora. Il traguardo è vicino, la musica è quella giusta, addome forte, spalle basse e via alla conquista dell’Arena!
Lina Cataldo
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