Dovremo considerare ogni giorno, un giorno perduto, se non abbiamo danzato almeno una volta” F. Nietzsche

 

Poche settimane fa si è tenuta la terza edizione dello Zaghereeth Festival, organizzato dalla mente creativa di Valeria Schiano, in arte Amira Perizad con l’aiuto dei suoi collaboratori: Francesco, Davide ( foto e video ) e lo staff delle Irisine.

Anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare, entusiasta e curiosa dei nuovi insegnanti scelti e felice del ritorno di Aladin el Kholy.

Non si può immaginare l’impegno, la fatica, l’organizzazione (quasi maniacale) che c’è dietro un festival del genere. Quel che è sicuro è che ogni anno gli stage sono più interessanti e i maestri sono sempre più differenziati per stile e background, provenendo da paesi diversi e applicando quindi lo stile del loro paese d’origine.

Quest’anno ho fatto la pazzia di prenotare il full pack: un tour de force che ha visto solo e me un’altra ragazza partecipare in questa mission impossibile.

All’ingresso della sala- stage c’era il desk dell’Accademia, in pieno stile Help Desk: Valeria, Francesco e le Irisine volontarie, che si sono prestate a far parte dello Staff con tanto di walkie talkie, consegnavano i plichi per l’ingresso agli stage con all’interno i materiali e un questionario di feedback.

Prima degli stage…

Il 21 ottobre il Festival è cominciato in bellezza: c’è stata la serata dedicata alla Competition, divisa per categorie: Assoli amatoriali, Gruppi Amatoriali e Assoli Professioniste. Ogni volta che decido di partecipare ad una gara è un turbinio di emozioni contrastanti: adrenalina, ansia…e la speranza che ballando si possa render giustizia alla coreografia, dare un senso alla musica e più di tutto esprimere la passione che si ha per la danza orientale.

Immaginate l’emozione di doversi esibire davanti a maestri internazionali e nazionali che fino a poco prima hai avuto la possibilità di ammirare solo attraverso internet.

Con il mio gruppo ci siamo classificate seconde nella categoria gruppi, una soddisfazione non da poco, anche perché in via del tutto eccezionale con noi si è esibita un’Irisina “senior” Shara,  , è stato davvero bello condividere il palco con lei.

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Durante gli Stage…

Sabato 22 e Domenica 23

Il sabato si è cominciato “ in bellezza” con lo stage di Aladin el Kholy “Oriental Style”: gli stage con Aladin sono divertenti e formativi, è un danzatore carismatico, umano. Il secondo stage era sullo stile andaluso, con tanto di darbuka suonata al momento e fraseggio di dum tak e es:  bellissimo!

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Gli stage con Chiara Saccomanno sono stati bellissimi ed intensi. È una danzatrice davvero bella da vedere, ha stampato per noi la canzone della coreografia di Shabi che avremo ballato insieme. Lo shabi è uno stile che si balla soprattutto in strada ed affronta tematiche per lo più popolari. La canzone scelta era struggente, mi è piaciuto tantissimo ballarla e cercare di entrare nel mood della canzone. Il giorno dopo ci siamo cimentate con Chiara nel mejancè, una mescolanza di stili, metà coreografia era in stile classico Raks Sharqi con il velo per poi arrivare ad una percussione –Drum Solo- super cadenzata tutta da ballare.

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Gli stage con l’insegnante argentina Romina Maluf mi hanno colpito tantissimo. Lo stile argentino è davvero unico: sensuale ma mai volgare. Con lei siamo partite dalle basi: postura orientale e shimmy per poi montare con lei una bellissima coreografia di Drum solo (percussioni). Il secondo stage è stato pieno di emozioni, Romina si è confermata un’insegnate dolcissima ed appassionante, ci ha detto di essersi sentita a casa con noi e c’è stato un bellissimo abbraccio di gruppo ed è scappata qualche lacrimuccia.

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Lo stage con Nina Nikolina è stato molto tecnico e il suo stile è molto elegante le coreografie molto veloci: ci siamo cimentate nuovamente col velo, in pieno stile Oriental. Dopo tutte queste coreografie col velo ho capito che dovrei rispolverare questo strumento: è davvero fine ed elegante e sarebbe un peccato dimenticare quel che ho imparato (sarebbe bello poi, non litigarci, ecco!).

 

 

 

L’ultimo giorno abbiamo chiuso il Festival con Ambili Abraham: la maggior rappresentante della Bollywood dance in Italia. Avendo seguito un percorso annuale di Bollywood ero emozionata all’idea di partecipare ad un suo stage, le aspettative non sono state deluse, anzi: sono ancora più innamorata di questa danza che ha mille sfaccettature, tantissimi stili e  per fortuna sta pren

foto-6dendo sempre più piede in Italia, aiutando a diffondere la bellezza della cultura Indiana nel mondo.

Durante il Festival..

Con questa full immersion nella danza mi sono sentita arricchita, non solo dal punto di vista formativo, anche da quello umano. Ho condiviso quest’esperienza bellissima con amiche di vecchia data, amiche ballerine e non.

La pausa pranzo è diventata un’occasione per confrontarsi e commentare gli stage insieme. In più, ho avuto l’onore di intervistare per il mensile dell’Accademia –Iris News- tutti gli insegnanti del Festival.

Le emozioni però non ci sono state solo durante ( o prima) gli stage: sabato 22 c’è stata la serata del Gala Show, dove tutti gli artisti degli stage ed altri provenienti da tutta Italia si sono esibiti in tutte le sfumature della danza Orientale.

È stata una serata a dir poco unica, sono sicura che non solo chi ama la Danza Orientale ha potuto apprezzare l’atmosfera che si è creata.

Non riesco a trovare parole per esprimere quanto io mi senta arricchita e fortunata di far parte una realtà del genere, quella dell’Accademia è per me una piccola oasi, una seconda casa, ed è stato così fin dal primo giorno.

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